The Bronze Door of Bohemond's Mausoleum in Canosa di Puglia

Bohemond of Hauteville, Duke of Antioch

Anna Comnena (1083-1153) figlia di Alessio I Comneno imperatore di Bisanzio (1048-1118), nell’“Alesseide”, la biografia del padre Alessio I da lei scritta, descrive il normanno Boemondo d’Altavilla (1051- 1111), in quegli anni nemico del padre, da cui però era evidentemente affascinata:

“Era un uomo tale, per dirla in breve, quale nessuno come lui fu visto nella terra dei Ro-
mani né barbaro né Greco; costituiva, infatti, stupore degli occhi al vederlo e sbigottimento a sentirne parlare… nella statura fisica era alto tanto da superare di quasi un cubito tutti gli uomini più alti, era stretto di ventre e di fianchi, largo di spalle, ampio di petto, forte di braccia, e in tutta la struttura del corpo non era né esile né corpulento, ma ottimamente proporzionato e, per così dire, conformato al canone di Policleto; vigoroso di mani e ben saldo sulle piante dei piedi, robusto nel collo e nelle spalle; …la carnagione, in tutto il resto del corpo, era bianchissima, ma il volto si arrossava col bianco, i suoi capelli tendevano al biondo,… gli occhi azzurri esprimevano, nel contempo, coraggio e gravità. Il suo naso e le narici spiravano liberamente l’aria, che attraverso il petto assecondava le narici e attraverso le narici l’ampiezza del petto; …si manifestava in quest’uomo un che di piacevole, che, però, era infranto dallo spirito spaventoso che promanava da tutte le parti; infatti l’uomo, in tutta la sua persona, era totalmente spietato e selvaggio, sia per la sua possanza che per il suo sguardo…”

Il cronista francese Orderic Vitalis (1075-1142) nella “Historia Ecclesiastica” ci dice però che il vero nome di Boemondo era Marco, e che il padre normanno Roberto il Guiscardo (Duca di Puglia e Calabria, 1015-1085), conosciuta la leggenda del gigante biblico Behemoth, lo soprannominò Boemondo.
Partecipò alla campagna d’Epiro contro i Bizantini, fu comandante nella prima Crociata indetta dal papa Urbano II nel 1096 (capeggiata da Goffredo di Buglione, a Raimondo di Tolosa ed a Baldovino fratello di Goffredo) diventando signore del principato d’ Antiochia (Foto 1,2).

1-Boemondo e il patriarca Daimberto in navigazione verso la Puglia, Histore d’Outremer, XIII secolo 2-Moneta (follis) di Boemond, 1098-1111

Alla sua morte nel 1111 Boemondo d’Altavilla fu sepolto nel mausoleo fatto erigere da sua madre Aberarda adiacente alla facciata sud del transetto della Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia sul modello del Santo Sepolcro di Gerusalemme (Foto 3,4). Ed è al suo ingresso che è collocata la medievale porta bronzea probabilmente la più affascinante tra le porte antiche.

3 4

La Porta di Bronzo

Si tratta, insieme alla porta della Cappella Palatina di Palermo, della prima committenza normanna e si situa nella prima metà del XII secolo; al modello bizantino sostituisce riferimenti stilistici islamici e il recupero della fusione massiccia in bronzo di tradizione occidentale, senza l’anima di legno.
E’ stato grazie agli scambi commerciali avvenuti tra il X e l’ XI secolo e alla forte presenza di mercanti occidentale nell’Oriente islamico che in Occidente arrivarono oggetti di manifattura islamica favorendo l’ introduzione di elementi ornamentali arabi.

La porta è alta 260 cm e larga 202 cm, è costituita da due ante disuguali leggermente disomogenee anche in altezza (Foto 5): quella sinistra è composta da un’ unica lastra di fusione in bronzo dello spessore di 4 cm ca., in fondo un’antica mancanza è stata tamponata con l’aggiunta di una lastra in epoca successiva (Foto 6); l’anta destra è invece costituita da 4 formelle fuse separatamente ed unite ad incastro legate sul retro da sbarre di bronzo. Le due ante hanno diversità tali da escludere l’esecuzione simultanea e coordinata.

5 6

La composizione della lega di bronzo della porta è per l’ anta destra rame 71.6%, piombo 10.81%, stagno 16.18%; per l’ anta sinistra rame 65.53%, piombo 14.72%, stagno 18.53%).
Non è del tutto chiaro il perché di un’unica lastra spessa 4 cm per l’ anta sinistra mentre l’ anta destra è composta da 4 lastre unite “a freddo”, spesse circa la metà, le cui giunzioni sono mascherate dalle cornici fuse direttamente insieme ad ognuna delle 4 lastre e si sovrappongono embricate (Foto 7,8). La diversità nell’ esecuzione delle due ante (una intera e una in 4 parti), la diversità delle decorazioni: la sinistra “liscia” e la destra attraversata dalle cornici orizzontali di giunzione, la sinistra con i tre dischi di 30 cm di diametro posizionati simmetricamente, e la destra con due dischi più piccoli posizionati in alto e in basso e con tipologia di decorazioni molto diverse dai quella dei dischi di sinistra, la decorazione dei due pannelli centrali ad agemina con dei personaggi della famiglia Altavilla, fanno pensare a due ante fuse in tempi diversi.

7 8

L’ anta destra è sicuramente e specificamente stata fusa per il mausoleo di Boemondo subito dopo che questo fu edificato. L’ anta sinistra è invece molto probabilmente di riuso, e ne sono prova i due interventi che l’ hanno adeguata alla nuova destinazione: la lunga iscrizione latina in lode di Boemondo il cui testo prosegue quella che circonda la cupola del mausoleo e che è stata intercalata tra gli elementi decorativi esistenti inserita a pezzi negli spazi liberi dell’ anta (Foto 9,10,11,12);

9 10
11 12

l’altro intervento è costituito da due applicazioni al centro dei due dischi superiori dopo aver raschiato via da questi il fiore originario a sei petali visibile al centro del disco inferiore (Foto 13): sul disco centrale è stato applicata la testa di leone porta-battente (Foto 14,15), su quello superiore è stata applicata una piccola scultura di Madonna con Bambino (non più esistente), come testimonia fin dal ‘700 H. Swinburne in “Voyages dans les deux Sicilies en 1777” e come dimostrano i tre incavi per l’ attacco e la scritta che lo circondava MARIA MATER DEI e IHS FILIUS MARIAE (Foto 16, 17); l’ anta sinistra, di riuso, venne quindi personalizzata, cristianizzata e, in parte occidentalizzata.

13 14
15 16

17

Immaginando la porta prima del reimpiego vediamo che ha un’ ornamentazione astratta a rilievi molto bassi e bidimensionali, grafici e non plastici, tipicamente islamici. Il motivo ripetuto nelle corone circolari dei dischi è una imitazione della scrittura cufica e non ha nessun significato (ma forse comparirebbe in tutte e tre la parola “yumn” cioè “felicità”, ritrovabile anche nelle coeve decorazioni della Cappella Palatina di Palermo): potrebbe essere un’ esecuzione locale imitante manufatti islamici eseguita forse anni prima; è stato infatti grazie agli scambi commerciali avvenuti tra il X e l’ XI secolo e alla forte presenza di mercanti occidentale nell’ Oriente islamico che in Occidente che arrivarono oggetti di manifattura islamica favorendo l’ introduzione di elementi ornamentali arabi nei manufatti occidentali.
Nell’ anta destra i due dischi, più piccoli presentano fitte decorazioni vegetali di tipo cufico dove, in quello alto si riconoscono figurine di cavalli; sopra quello in basso (Foto 18,19 ) un’ iscrizione ci dice che l’ autore della porta è stato Ruggero da Melfi: “Sancti Sabini Canusiii Rogerius Melfie campanarum fecit has ianuas et candelabrum”; le decorazioni incise nei due pannelli centrali con personaggi degli Altavilla sembrerebbero imitazioni delle agemine bizantine ma sono ageminati in argento solo pochi particolari quali i volti, i piedi e le mani, mentre il resto delle figure hanno incisioni così sottili da non permettere l’ inserimento del filo d’ argento dell’ agemina; e inoltre lo stile complessivo, in particolar modo quello degli abiti, è più occidentale che bizantino. Nel pannello in alto sarebbero rappresentati Boemondo col fratello Ruggero inginocchiati davanti ad una sculturina del Crocifisso perduta (come dimostrano le tracce e i due fori quadrangolari di sostegno), nel pannello in alto le tre figure stanti sarebbero Ruggero II, Guglielmo e Tancredi che si tengono per mano.

18 19