Il restauro al Cremlino

Nel 1933 Stalin trasformò due meravigliosi saloni delle feste del Cremlino, le sale di Sant’Andrea e Sant’Alessandro, in stanzoni per le riunioni del PCUS, distruggendo gli arredamenti e le fastose decorazioni originarie.
Quando siamo stati chiamati nel 1998 per il loro restauro completo abbiamo trovato due saloni semivuoti con i muri di mattoni a vista, e il pavimento di cemento grezzo.
Occorreva riportarli all’antico splendore, e in poco tempo.

Il Lavoro

L’appalto è stato vinto da un gruppo di artigiani fiorentini capitanati da Sauro Martini e Fiorenza Bartolozzi, tra cui, per il restauro e la realizzazione con fusioni in bronzo degli apparecchi di illuminazione, la Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli; per il restauro e nuove creazioni dei lavori in marmo la Galleria Bazzanti.
Si è trattato di ricreare, da disegni approssimativi, tutti i modelli delle sculture, dei giganteschi lampadari e appliques ed un camino di marmo, e poi realizzarli in bronzo e in marmo. È stata un’avventura complessa ma affascinante, che ha messo a dura prova tutti gli artigiani fiorentini che hanno contribuito alla splendida realizzazione del restauro.

Il lavoro è andato avanti tra molte difficoltà, i disegni fornitici dai militari russi erano approssimativi, alcuni addirittura irrealizzabili, e le commissioni che venivano in visita in Italia erano sempre diverse ognuna con le proprie idee e richieste. Quello che doveva essere un restauro si è rivelato in realtà una vera e propria ricostruzione da zero.
Tra le molte sculture che ci hanno ordinato ricordiamo l’Aquila Bicipite e la Croce di Sant’Andrea, che sono andati a sostituire i bassorilievi con falce e martello. Sono stati eseguite anche le basi in bronzo dorato dei mastodontici pilastri.

I mastodontici lampadari che dovevamo creare dai disegni sono a tre cerchi sovrapposti con centinaia di luci e decorazioni,

le appliques da muro sono gigantesche,

il camino particolarmente elaborato.

Il montaggio è stato lungo ma il risultato magnifico.