La Fontana del Nettuno di Piazza Signoria e le "Naiadi" in bronzo

Il Duca Cosimo I aveva dato l’incarico di far erigere la fontana del Biancone all’angolo nord-est di Palazzo Vecchio, in modo che la figura centrale del Nettuno fosse in linea con le altre grandi statue del David di Michelangelo e di Ercole e Caco del Bandinelli.

Piazza della Signoria, Firenze

Il progetto per una fontana in Piazza della Signoria viene citato per la prima volta in una lettera del Bandinelli a Jacopo Guidi del marzo 1550.
Nel 1559 Vasari si reca a Roma e propone il progetto dell’Ammannati, in cui il Nettuno ha le braccia alzate, a Michelangelo.

Anonimo, progetto per la Fontana di Piazza, 1560, Louvre, Recto Anonimo, progetto per la Fontana di Piazza, 1560, Louvre, Verso Ricostruzione del progetto per la Fontana di Piazza dal disegno anonimo del Louvre

Come si vede anche su di una medaglia di Pier Paolo Galeotti del 1565 relativo al progetto della fontana il Nettuno ha effettivamente le braccia alzate.

Medaglia di Cosimo I, Pier Paolo Galeotti del 1556-1567, Bargello

Con l’assenso di Michelangelo fu facile convincere Cosimo I ad assegnare l’incarico della fontana all’Ammannati (anche perché il Bandinelli era morto nel 1560) che dette una veloce occhiata al progetto del Cellini ma senza guardare nemmeno i progetti degli altri concorrenti quali Giambologna, Danti (e forse Vincenzo de’Rossi e Simone Mosca).
Il Nettuno in marmo fu eseguito con le braccia abbassate: anche così l’Ammannati non lo scolpì in un blocco unico ma più parti di marmo unite.

Jacques Callogt, Piazza della Signoria, 1617, Hessisches Landesmuseum, Darmstadt, particolare Jacques Stella, acquaforte, La Fontana del Nettuno, 1621, dettaglio, Uffizi
Anonimo, La Fontana del Nettuno, inizio XVII sec. Depositi Palazzo Pitti, dettaglio Anonimo, disegno, veduta di Piazza Signoria, secolo XVII
Lasinio, incisione, veduta di Piazza Signoria, secolo XVII Giuseppe Zocchi, Piazza della Signoria, prima metà del XVIII secolo

Cosimo I volle che gran parte della vasca e delle decorazioni di marmo venissero eseguite col marmo “Mischio di Seravezza” dalle inclusioni violette, cava di sua esclusiva proprietà ed uso.

La vasca in marmo Mischio di Seravezza

Ai quattro angoli della vasca di marmo furono poste quattro figure in bronzo, due Satiri e due Naiadi (in realtà sono Nereidi, ninfe del mare); e infatti Domenico Mellini (1566) parla di Nereidi, Raffaello Borghini (1584) scrive che “le due femmine” erano figurate per Teti e per Dori.
Teti ha infatti come attributo uno scudo, con riferimento al dono che ne fece al figlio Achille. Gli attributi dell’ altra Nereide (Doride), oltre al delfino, una buccina e un diadema da regina, la identificano come Anfitrite sposa di Nettuno e quindi regina del mare.

La fontana del Nettuno, Piazza della Signoria, Firenze

Hydria attica a figure nere, Teti dona ad Achille lo scudo eseguito da Efesto, 575-550 a.C., Louvre

Teti Doride

Sono rielaborazioni manieristiche delle due divinità marine che sembrano ispirarsi nelle proporzioni alla scuola di Fontanebleau di cui erano diffuse al tempo dell’ Ammannati molte incisioni: in particolare il celebre scudo di Achille descritto da Omero nell’ Iliade è del tutto simbolico, presenta infatti una battaglia generica in bassorilievo condotto con stile rapido, di grande spontaneità e in alcuni punti appena accennato.

Disegno dello scudo d’Achille secondo la descrizione di Omero (Iliade, XVIII, 478-608)

Teti con scudo Teti, particolare dello scudo

Se in passato l’esecuzione delle due Nereidi, ribattezzate poi “Naiadi”, era stata attribuita a vari scultori manieristici, e in particolare al Giambologna, la critica da tempo le ha attribuite all’ Ammannati, cosi come anche i due Satiri.

Le repliche della Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli

Per la visita di Hitler a Firenze del 1938 furono ordinati interventi di pulitura e restauro in particolare dei bronzi presenti in Piazza Signoria, seguiti da podestà Paolo Venerosi Pesciolini e curati dall’architetto comunale Alfredo Lenzi. Furono cosi ripuliti da Ferdinando Marinelli Sr., fondatore dell’omonima Fonderia Artistica; in quella occasione il Marinelli chiese ed ottenne il permesso di eseguire calchi negativi direttamente sugli originali.
Quei calchi sono passati poi al nipote Ferdinando Marinelli Jr. grazie quali sono state eseguite le copie identiche delle “Naiadi” ammannatesche esposte nella Galleria Bazzanti sul Lungarno Corsini.

Visita di Hitler a Firenze, Piazza S.Croce

Visita di Hitler a Firenze, Piazza Signoria

Replica delle due Naiadi fuse dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli, in vendita presso la Galleria Bazzanti di Firenze